Uno sguardo al mondo dell’architettura in Italia

10/03/2016 - Segnali positivi derivano dalla necessità di mantenere vivi i progetti di recupero e riqualificazione, oltre che nei settori tecnologici e delle nuove energie.
Insieme ad altri settori professionali, quello dell’architettura fa parte dell’industria della cultura e della creatività. L’intero gruppo di aree professionali, che comprende anche il settore delle arti performative e visive, della pubblicità e della grafica, musica, libri, editoria, radio e altri media oltre che videogiochi, rappresenta un volume di business di quasi 47 miliardi di euro, dei quali circa 3 miliardi derivano dall’architettura con decine di migliaia di occupati.
Da questi dati possiamo capire come il settore della progettazione architettonica costituisca una consistente fetta sui guadagni dell’area creativa; tuttavia, alcune statistiche rivelano come il settore sia in calo, a livello occupazionale e quindi anche a livello di fatturato. Considerando più attentamente alcuni aspetti di questa realtà, risulta che gli studi medio piccoli riscontrano notevoli difficoltà, invece le realtà più grandi e di fama assestata hanno addirittura registrato degli incrementi.
Riepilogando alcuni dati di settore, i professionisti che risultano iscritti all’Ordine degli Architetti attualmente sono 144.000, ovvero circa due ogni migliaio di abitanti, statistica indicativa del fatto che questa categoria presenta altissimi volumi di figure professionali, insieme ai settori sanitari e medici, ingegneristici e del settore giurisprudenziale. Nel resto d’Europa questo dato è un po’ diverso, infatti quello italiano è il dato più alto di tutti gli altri Paesi intercontinentali, nei quali la tendenza è quella di non superare la densità di un professionista architetto ogni migliaio di abitanti.
Un elemento interessante è il fatto che la professione sia praticata sempre di più da figure di genere femminile, dato anche questo superiore al contesto europeo. Non possiamo non citare infine l’influenza della crisi che ha inciso sul settore, anche per la radicale decrescita di nuove costruzioni residenziali e non, oltre che delle costruzioni pubbliche. Segnali ottimisti, invece, derivano dalla necessità di mantenere vivi i progetti di recupero e riqualificazione, oltre che nei settori tecnologici e delle nuove energie.
Il percorso di studi rivolto agli aspiranti architetti è piuttosto tortuoso e selettivo. Non più lungo di altre lauree magistrali ma con alte richieste dal punto di vista scientifico. Il triennio, a numero chiuso, attrae molti giovani post liceali attratti dall’idea che la creatività necessaria per svolgere questo mestiere sia sufficiente a mantenere la motivazione abbastanza alta per completare gli studi: la verità è che moltissimi alunni lasciano l’università entro il primo o il secondo anno del triennio, scoraggiati dallacomplessità delle materie e dall’alta competizione del settore. Oltre al percorso universitario è possibile svolgereulteriori corsi, specifici soprattutto per i complessi software di progettazione, come il corso Revit.